sabato 27 ottobre 2007

Aforismi

Figura emblematica del secolo XX,


Pietroberto Pintus, nacque a Sassari nel 1919.
Profondo conoscitore dei mari pescosi del globo terracqueo, mirabile maestro in cucina, rimase icona inarrivabile delle “patelle” surgelate nei frigidaire dell’Italia tutta.
“Un pirata ed un signore” ebbe a definirlo un noto cantore dell’epoca.
Pintus si spense a Vicenza nell’Ottobre del 2006 alla veneranda età di anni 87, per ipotermia auto indotta.
Desideriamo ricordarlo con una sua celeberrima frase:



“Acque limpide e poco profonde, è qui che il nostro peschereccio s’è incagliato”.

Vivrai sempre nei nostri cuori Capitano.

Smirno Sgroi - Biografia di Vito Ranganello - 004

[...segue da 003] In quel clima di grande tensione sociale si formò la coscienza di Vito che proprio nel 1986 diede alla luce la sua prima opera: il “breviario del rinascimento speranzoso”. A distanza ormai di lustri dalla pubblicazione di questa opera che molti critici non senza un sottile sarcasmo hanno definito postuma, si denota già la vena che caratterizzerà i lavori successivi. Sul breviario Vito si è espresso con queste poche ma illuminanti parole sull’intervista pubblicata su “Suoni molesti” dell’aprile 2002: “Ho scritto un breviario perché mi piaceva la parola breviario, cià un suono di parola bella, di cultura… Potevo scrivere “penisola” era lo stesso chemminchia m’interessa? Ohu.. che fai co sto reggistratore? Vieni qua….. Ohu!.....Stupido cammello… Pensa chi sei….T’amm”.
La poca ortodossia di questo lavoro fece scalpore ed eco in tutta Italia e ben presto venne ignorato.
La comunità degli yuppies prima lo accolse come un profeta e subito dopo finì per essere vessato anche da loro, molto rudemente.
Ormai tredicenne, il giovane Ranganello vide i suoi orizzonti schiudersi come un latrato d’agonia (per citare una sua celebre metafora) quando venne ospitato dallo zio Roscolandio, da anni emigrato a Torino. L’occasione fu la discussione di un saggio da lui pubblicato dal titolo “La biodiversità che c’è in ognuno di noi” che il nostro tenne all’università del capoluogo piemontese. I toni avanguardistici dell’opera vennero mal assimilati da docenti e studenti dell’epoca, tanto male che la conferenza dovette interrompersi per un eccesso di calci, pugni e sputi molto forti. Nonostante ciò, il Ranganello vide Torino come la possibile base operativa per le sue ardite sperimentazioni. In effetti allora la città era nel pieno di un fermento culturale senza precedenti: La Gran Madre era regolarmente presa d’assalto da pellegrinaggi di gruppi di satanisti provenienti da tutta Italia, i laghi salati prosperavano ovunque, la mitezza dei residenti era proverbiale e davanti al palazzo a vela c’erano le giostre. Inoltre il fortunato scambio di idee e informazioni con lo zio Roscolandio fu una vera manna. L’intesa a tutto campo del duo va forse ricercata nel fatto che erano coetanei, ma fu anche forse dovuta all’enorme differenza d’età. [...continua...]

Epitaffio di un Eroe

Chi sono davvero i supereroi? Cosa nascondono realmente dentro le loro tute aderenti di fibra sintetica colorata? Ma soprattutto, perché fanno quello che fanno invece di starsene tranquilli a masturbarsi davanti a un filmato sudicio traslocato illegalmente?

A queste e ad altre imbarazzanti domande risponde il nostro studio, elaborato in seguito a incredibili e perigliosi pedinamenti e dopo faticose perlustrazioni condotte arrembando segretissimi archivi elettronici.

In questa sede, per ovvii motivi geometrici, renderemo noto solo uno scisma della ricerca, che comunque sarà pubblicata interamente il prossimo mercoledì in tutte le farmacie convenzionate (“Supereroi e antidepressivi: la ricerca dell’identità nella battigia post-occidentale”, di Basil Barbosa e Fatima Kierkegaard, 1.037 pagg., 37,99 euri, Squisio Edizioni-Gorizia; in allegato una preziosa bottiglia di spuma al ginger serigrafata a mano con l’effigie del noto giustiziere mascherato Il Nottolone).



Ci concentreremo su di un caso segnaletico, un rutilante supereroe vieppiù celebrato da enormi zainetti e marmorei coni gelato, ma purtroppo protetto da robusti copiadritti. Stante un fastidioso contenzioso di talleri intentato da petulanti legulei democristiani, ci riferiremo quindi al suddetto superuomo con il nome in codice veementemente suggerito dal correttore micro-soffice, “Barman”.

Lunghe osservazioni sulle procedure seguite dal Barman ci hanno condotto a stabilire senza tema di smentita che le vere ragioni che lo spingono a gonfiare di viola gli uomini di malaffare sono di natura squisitamente sessuale.

L’infanzia trascorsa nella repressione degli istinti, sotto la lubrica sorveglianza di un vecchio maggiordomo pedofilo originario della perfida terra d’Albione, hanno inesorabilmente costretto il piccolo Barman a sublimare le proprie pulsioni genitali su di un animale-totem, il Murcielagus Urbanus, volgarmente noto al popolo ruminante come “pipistrello”. Il Murcielagus Urbanus, atroce ibrido di ratto e volatile, riassume infatti nel suo ributtante corpicino il duplice tormento del Barman: il Pene (o uccello) e il Peccato, rappresentato dal sudicio “topo”, il cui corrispettivo femminile non è certo un caso. È per imbrigliare questo tormento che il Barman ne assume le fattezze e comincia ad andare in giro di notte a somministrare punizioni purificatrici contro ambigui figuri che altro non sono che sublimazioni del suo inconscio malato: un vecchio pederasta cicisbeo con il naso lungo (evidente ancora una volta il richiamo al pene), un isterico parrucchiere per signora fissato con i pettegolezzi e i cruciverba, un gelataio muscoloso (probabilmente la proiezione di un trauma infantile) e addirittura un travestito in completo viola con cipria e rossetto. Compare frequentemente anche una donna, una ninfomane sadomasochista più e più volte respinta dall’incorruttibile Barman.

Il suo unico amico è un ragazzino callipigio in mutande verdi, con il quale però non c’è mai stato in realtà nessun sottointeso carnale, come al contrario superficialmente azzardato da alcuni scribacchini amanti del coccodè sensazionalista. Il ragazzino è il Barman da bambino, ma stavolta sorvegliato da un istitutore con la cintura di castità (notare la foggia massiccia della fibbia), cioè il Barman stesso.

Pur viaggiando sempre con le terga al vento, costantemente esposte agli agguati dei satiri omosessuali più sopra descritti, il ragazzino conserverà intatta la sua purezza sfinterica, realizzando così la vera missione del Barman: far guardare ma non far toccare, in un cortocircuito autoflagellante che bene illustra i contorti percorsi mentali di un esibizionista votato alla castità.



Prossimamente:

Batman al gay pride!

Il Nottolone contro tutti!

Zagor ama Cico!

L’Inchiappettatore Mascherato!

venerdì 19 ottobre 2007

Smirno Sgroi - Biografia di Vito Ranganello - 003


L’adolescenza e il breviario

[...segue da 002] Messe alle spalle le vicissitudini che contraddistinsero i primissimi anni dell’Artista, L’Artista si rese conto ben presto che la sua vita doveva avere una svolta. Innanzitutto messe da parte la pratica delle metafore che furono purtroppo foriere di critiche ingiuste e ingiustificate dalle alte sfere dell’epoca, a favore di un’attività che gli permettesse di stare finalmente alla luce del sole e che facesse luce sul suo talento innato. Erano gli anni di bronzo e i continui disordini provocati dagli yuppies nelle strade durante le loro manifestazioni di protesta stavano seccando non poco l’opinione pubblica dell’epoca, soprattutto per le loro richieste assurde: più concerti e meno santi patroni. All’epoca una città come Palermo poteva contare ormai ben sessantatrè santi patroni e l’allora sindaco Meci Musumeci subiva continue pressioni da parte del governo centrale che era ormai a sua volta ostaggio del ministro per gli affari sociali e altre nefandezze Ludibrio Decenza, appartenente al partito del colibrì ascetico. Al sindaco veniva contestata la lentezza nelle pratiche per istituire nuovi santi patroni e la popolazione, pro e contro fremeva per avere risposte su questa importante questione. Ben presto la corrente pro ebbe la meglio e i santi patroni si propagarono a macchia d’olio su Palermo e provincia provocando la reazione rabbiosa degli yuppies che si organizzarono in sempre più numerose manifestazioni non autorizzate soffocate nel sangue dalle forze dell’ordine.
[...continua...]

mercoledì 17 ottobre 2007

Prossimamente, su questi schermi: "Epitaffio di un Eroe"

Non è uno scherzo, non si ride di certe cose... I Super eroi esistono, sono accanto a noi; essi ci osservano e proteggono costantemente. Ma chi protegge gli eroi? Quale molla li spinge? Perchè lo fanno e soprattutto... è proprio vero che non muoiono mai?
Babbo Natale, La Befana e perché no, anche l'Uomo Nero ingiustamente segregato sotto il letto dalla notte dei tempi, sono solo alcuni dei Super eroi dei nostri giorni (non ne posso menzionare altri perché il loro nome è coperto da copyright). Personaggi eccentrici che rischiano la loro vita e non c'hanno neanche lo sponsor! Ma sappiate: gli ingenieri ci stanno già lavorando e presto sveleremo informazioni riservatissime nel post: "Epitaffio di un Eroe"
Prossimamente su mp3figasuonerie.blogspot.com

Smirno Sgroi - Biografia di Vito Ranganello - 002


[...continua da 001...] Con il coraggio e la spavalderia che contraddistinse il Vito bambino, continuò la pratica delle metafore di nascosto, stando bene attento a non provocare le ire delle autorità ecclesiastiche dell’epoca o peggio, di provocare un’ eclissi che avrebbe decimato ulteriormente la già esigua popolazione. Intanto, un familiare di Vito ancora ignoto ai giorni nostri ma che molti biografi dell’epoca sospettano essere Tereso Unniè più noto alle cronache dell’epoca come “il crasto delle funivie”, scopre che la realtà del quartiere Bottaro stava ormai stretta a diversi suoi coinquilini, con il suo provincialismo sfrenato e senza freni stava soffocando le mire espansionistiche e creative della famiglia ma soprattutto di Vito che soffriva particolarmente la mancanza di stimoli e confronti con altri bambini della sua età, praticamente inesistenti all’epoca. Fu dunque durante la Festa del Santo Patrono del paese del 1983, per meglio mimetizzarsi con la folla gioiosa e urlante, che la famiglia Cupiede si trasferì in massa a due isolati più a nord, in pieno Scarpellino, quartiere a statuto speciale noto soprattutto per il suo statuto speciale dell’epoca. Qui la famiglia Mancusaro trova una nuova vita. Lontane sono ormai le mille difficoltà che allora definire spregiudicate sarebbe riduttivo, oltrechè sbagliato. Ben presto però, sorsero le prime difficoltà. Innanzitutto il quartiere era pieno di cani e come se non bastasse un componente della famiglia tuttora ignoto si ammalò gravemente e dovettero amputarlo. Fu durante questo periodo empfio di tensione che Vito decise di diventare adolescente. [...continua...]

giovedì 11 ottobre 2007

Smirno Sgroi - Biografia di Vito Ranganello - 001


Come precedentemente anticipato, innauguriamo uno spazio monotematico curato da uno studioso d'eccezione: Smirno Sgroi.
Immergetevi con noi nell'avvincente biografia di Vito Ranganello, un uomo, un chitarrista, un fine filosofo e un esecrabile sperimentatore.
Buona Lettura.


Origini

Vito Ranganello nasce l’11 maggio 1975 a Partinico in provincia di Palermo alle 11 e 45 del mattino, orario in cui si verificò per altro un eclissi lunare veramente fastidiosa per l’epoca. Nacque da alcuni genitori di origine austraziana tra i quali possiamo ricordare Bruno Sempiterno e Jean Jaque Bussò entrambi spie di Varese. Già nei primi anni della sua vita si denota la sua passione per la manifattura di largo consumo che lo tiene lontano dalla scuola fino praticamente ai giorni nostri: era infatti uso comune all’epoca far di tutta l’erba un fascio cosa che purtroppo lo perseguiterà fino ai giorni nostri. All’età di sei anni viene iscritto da ignoti al Pio Istituto T. Ferro e in pochi mesi imparò a chiedere “perdono” dignitosamente in totale indipendenza. Conclusa l’esperienza che al nostro piace ricordare come “frustrante ed eccessiva”, si iscrive a scuola guida ottenendo il massimo dei voti in religione. Ormai compiuti gli otto anni di età, venne vessato da ignoti. Ancora oggi non si capisce per quale motivo ma secondo alcuni giornali dell’epoca la vessazione era una pratica comune all’epoca, fino a quasi i giorni nostri: fonti orali raccontano che la pratica fu interrotta bruscamente durante un’ eclissi tremenda che per un tragico errore umano fece numerose vittime nelle file dei giovani dell’epoca. Un anno dopo scoprì un’altra delle sue attitudini che fecero epoca: le metafore. Se ne appassionò leggendo una rivista dell’epoca che all’epoca erano vendute in un circuito clandestino solo per il fatto di essere delle riviste. Noncurante dell’ oscurantismo religioso dell’epoca, il nostro sfornava metafore su metafore, a tutte le ore del giorno, senza sosta. La cosa preoccupò non poco i suoi genitori, divenuti ormai numerosissimi. Fu dunque durante questo periodo che il nostro subì la seconda vessazione della sua vita e, purtroppo, ne riporta i segni ancora oggi. [...continua...]

sabato 6 ottobre 2007

Prossimamente: "L'angolino della Curtura"

Con estrema soddisfazione e grande piacere, desideriamo comunicarVi che prossimamente, su questo Blog, verrà inserito un angolino culturalmente appagante.
Trattasi dell’incontro “vis a vì” con gli artisti che hanno reso grande il secolo appena trascorso.
Un appuntamento imperdibile che rivelerà al mondo l’importanza di artisti del calibro di Vito Ranganello e molti altri geniali esponenti del mondo dell’arte e della ricerca intellettuale.
I primi incontri tratteranno la biografia di Vito Ranganello (appunto), esteta antimelodico della cultura contromusicale under ground, sublime interprete di Boogie Voogie e chitarrista sperimentale di alto rango.
Gli imperdibili incontri saranno tenuti da un divulgatore artistico (nonché profondo conoscitore musicale) d’eccezione… ma non desideriamo svelare le nostre carte immediatamente.
Continuate a seguirci.

....a prossimamente.

venerdì 5 ottobre 2007

Unchie

La notizia s'impone all'attenzione del mondo dei media: "Anche le pornostars si mangiano le unchie, o puro le pellicine ai borti delle dita". A confermarlo è Pietro Ballaghi, operatore che vanta un'esperienza ormai decennale nel campo della manicure e make up delle professioniste a luci rosse.
- Inutile soffermarsi sull'importanza di questi dettagli, continua lo specialista, ho assistito in prima persona a situazione che il regista c'ha fatto ripetere la scena... e lei capirà, a volte la cosa è pure problematica.
Troppo spesso vengono sottovalutate le doti professionali di chi pratica questo lavoro, attori ed attrici sono costantemente impegnati in estenuanti esercizi fisici, non di meno i membri della troup, costretti a sorreggere le macchine da ripresa in posizioni a dir poco scomode per ore.
- C'è pure il regista che c'ha il pallino... macari è andato tutto bene, ma quanto guarda il girato si accorge che dalla mano dell'attrice, proprio vicino all'unchia, si alza una pellicina... e Zack! Va in ecandescenza e obbliga tutti a rigirare.
Ci è testimone Jennifer l'Oliva, conosciuta nell'ambiente con il nome d'arte "Snocciolina" - A volte, non sempre... la tensione sul set è insopportabile. Pensi alle incombenze quotidiane, alla tal ora dovrai fare questo, poi passerai dai tuoi ecc.. alle 18.30 hai fissato con il dermatologo, sai, le cose che fanno tutti. Quando sei sul lavoro, ci sono tante cose che ti possono distrarre... ovviamente se non riesci ad essere convincente sotto i riflettori puoi dire addio al programma della serata. Il fatto di dover ripetere una o più scene perchè era evidente che in quel momento stavi pensando ad altro porta via tempo ed energie, inoltre attira il malumore dei colleghi. Non è affatto un lavoro facile. Delle volte addirittura, mi è capitato di essere sovrappensiero e magari mangiarmi le unghie, che è un viziaccio. Così, proprio mentre pensavi di aver terminato una lunga sessione di lavoro, ti si para davanti il regista e ti dice "Tutto ok, ma dobbiamo rifare la scena del pompino... avevi delle mani schifose!"... E ti tocca ricominciare.
Cos'altro aggiungere?

Prossimamente: Unchie dei pieti e nanotennologie.